Sei metri quadrati in pieno centro a Roma, a due passi dalla Fontana di Trevi. Scade il contratto di affitto e la richiesta al piccolo artigiano arriva come una doccia gelata: 1.600 euro al mese, tre volte tanto il vecchio canone. La bottega chiude, dopo trent'anni di attività. Il caso è emblematico di un fenomeno in crescita: da Nord a Sud, soprattutto nel centri storici delle grandi città.
I rinnovi delle locazioni si fanno sentire sempre di più sulla pelle del piccoli negozianti. Adesso, con la crisi che morde e la concorrenza agguerrita, sono in tanti a pensare: “ma proprio ora doveva scadere l'affitto?".
"La situazione varia da città a città - precisa Corrado Sforza Fogliani. presidente di Confedilizia - e anche in base alle zone: In generala il marcato delle locazioni commerciali non ha subito rialzi, ci sono casi in cui al rinnovo il canone viene abbassato, com'è anche logico che venga proposto un aumento, dopo decenni di prezzo Invariato". A Roma, secondo le stime di Confesercenti, quest'anno chiuderanno 300 negozi nel suo centro storico a tremila in tutta la provincia. Le ragioni? "Calo del consumi-spiega il segretario capitolino Valter Giammaria-, concorrenza di outlet e grandi magazzini e costo delle locazioni, che in alcuni casi sfiorano i 30mila euro al mese".
A Torino il caro-affitti non è una novità. "A partire dall'Olimpiade del 2006 - dice Ilaria Luisa Coppa presidente Ascom - c'è stato un aumento del canoni, le micro-imprese stanno fuggendo verso le periferie e dal centro spariscono i negozi di prima necessità, corne gli alimentari per lasciare spazio alla grandi catene di moda". Secondo Coppa, resistono solo i caffè storici, "che hanno una disciplina ad hoc che li tutela”. Come a Trieste, dove le botteghe più antiche hanno dato vita a un'associazione e ottenute sostegni economici dal Comune per Interventi di restauro e promozione. “il forte salo del consumi-sottolinea Pietro Farina, direttore di Confcommercio Trieste - mette a dura prova anche i negozianti più navigati, per questo abbiamo potenziato la struttura delle piccole Imprese commerciali insieme alla Camera di commercio e ai Confidi".
In Lombardia solo nel primi sei mesi del 2008 quasi 4mila esercizi hanno chiuso i battenti, secondo l'Osservatorio nazionale del commercio. A Milano tiene banco la polemica sugli affitti per i negozi di Galleria Vittorio Emanuele: dopo la delibera del Comune (proprietario degli spazi) che ha disposto il riallineamento dei canoni ai valori di mercato, è netto il centrasto tra chi ha già rinnovato e paga oltre mille euro al metro quadro l'anno e chi Invece, non supera i trecento euro. L’adeguamento Infatti si applica solo alla scadenza del contratto, "con uno sconto del dieci per cento per le botteghe storiche -precisano da Palazzo Marino - sul prezzo stabilito dall'agenzia del Territorio".
A Genova - secondo un recente studio della Cgia di Mestre - gli affitti per i negozi sono saliti del 44% negli ultimi cinque anni: per far fronte ai rincari. Ascom e Associazione della proprietà edilizia stanno lavorando a un modello di accordo che consenta di prorogare la durata dei contratti di un certo numero di anni oltre la scadenza, ma alle vecchie condizioni. Una boccata di ossigeno per gli esercizi delle vie centrali -Abbiamo appena rinnovato la locazione - dice Luca Carini, titolare di una storica boutique di abbigliamento di via XX settembre - : ai sei negozi del palazzo seno stati proposti canoni rialzati di almeno il sessanta per cento". Firenze ha sempre meno pizzicagnoli e panettieri in centro che lasciano spazio alle catene di abbigliamento a agli spacci di pelletteria. "Hanno chiuso anche diversi locali storici - rileva Aldo Cursano, presidente Fipe della Toscana - perché non reggevano più esborsi mensili da 30mila euro”. E a Napoli secondo Antonio Pace, noto ristoratore e presidente dell'Ascom provinciale aumentano 1 fallimenti del piccoli negozi, di fronte a rincari degli affitti di almeno il 20 per cento".